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Ricatto su Telegram: cosa fare per uscirne


Sei vittima di un ricatto su Telegram? Se una persona, presentandosi come una ragazza, ha registrato materiale personale e ora richiede un pagamento minacciando di diffonderlo ai tuoi contatti e sui tuoi social network, stai affrontando un tipico caso di ricatto su Telegram.

Di seguito, verranno spiegate le dinamiche, il funzionamento e le azioni da intraprendere in questa situazione.

La dinamica di un ricatto su Telegram

Telegram è una delle applicazioni più note e conosciute per la messaggistica istantanea, utilizzata soprattutto per la grande varietà di opzioni, le chat, i messaggi audio, i video, nonché la possibilità di creare gruppi e di agire con molta privacy e riservatezza.

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Normalmente su Telegram è molto facile contattare dei nuovi utenti, non ci sono permessi particolari e attraverso il nome utente o il numero di cellulare si può avviare una conversazione con chiunque. Esiste inoltre la funzione “Amici nelle vicinanze”, che mostra le persone che hanno installato l’app di Telegram che sono a qualche chilometro vicino a noi. 

Tutto inizia con una richiesta di contatto da parte di una avvenente ragazza. Questa, il cui profilo appare credibile grazie a una breve biografia e foto che sembrano realistiche, ci contatta e inizia subito una conversazione. Gradualmente, ma con una certa rapidità – talvolta nell’arco di poche ore, altre volte in qualche giorno – la donna comincia a indirizzare il dialogo verso tematiche strettamente personali, manifestando un interesse di natura sessuale o sentimentale.

L’obiettivo della ragazza è quello di convincere a inviare delle proprie immagini intime, o dei propri video in atteggiamenti sessuali, o avviare addirittura una videochiamata. Nel momento in cui la vittima invia o permette la registrazione di materiale, audio, foto, video, di natura personale, il comportamento della ragazza cambia radicalmente.

La chat sexy su Telegram si interrompe immediatamente e i toni diventano minacciosi. La ragazza chiede subito del denaro. Molte ragazze tentano di raccontare della presenza di un figlio o di una sorella malata, mostrando l’immagine di persone con flebo in un letto d’ospedale e dicendo che i soldi sono urgentemente necessari per le cure del proprio caro. Nonostante la storia strappalacrime, però, la minaccia diventa concreta.

Se non verrà pagata immediatamente una somma, il materiale personale verrà inoltrato a tutta la propria rete di follower. Per conferire ulteriore forza alla sua minaccia, la ricattatrice è capace di mostrare delle schermate dove il proprio materiale personale sta per essere inviato via chat alla propria rete di contatti su Telegram, Facebook, Instagram e TikTok.

Sembra proprio che la ragazza sia sul punto di inviare il materiale. In questo modo la vittima, presa dal panico, è disposta a pagare.

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I ricattatori iniziano a chiedere cifre elevate, anche 5 o 10 mila euro, per poi scendere gradualmente a seconda delle reali possibilità economiche della vittima. Una volta concordato un prezzo, la vittima paga tramite Paypal, Moneygram, la ricarica di carte Postepay, Sendwave o criptovaluta.

Con amara sorpresa la vittima si accorge puntualmente che nel momento in cui si paga, la situazione non si risolve affatto; anzi, le richieste di denaro diventano sempre più pressanti, sempre per una motivazione diversa, e si cade in un meccanismo ricattatorio per cui è necessario pagare regolarmente e continuamente per non vedere la propria reputazione rovinata.

Questa è la classica dinamica del ricatto su Telegram, che può gettare la vittima in uno stato di prostrazione psicofisica molto intensa.

Cosa c’è dietro ai ricatti su Telegram

Cosa c’è dietro il ricatto su Telegram? Le persone, non particolarmente esperte, potrebbero pensare che dietro a un ricatto su Telegram si nasconda un individuo disonesto che vuole fare soldi facilmente.

In realtà, non si tratta affatto dell’iniziativa di una singola persona, ma vi è la presenza di gruppi criminali internazionali organizzati che eseguono questi ricatti su vasta scala ormai da oltre dieci anni. Si tratta di gruppi che hanno sede in paesi come Costa d’Avorio, Filippine, Burkina Faso ed eseguono questa attività su vasta scala, con una struttura fortemente organizzata.

Di solito, c’è un gruppo di donne che contatta per lo più uomini, da giovani diciottenni a ultra sessantacinquenni e, una volta ottenuto il materiale personale, si affiancano degli uomini che gestiscono la fase di ricatto, utilizzando tutte le tecniche possibili per spaventare le vittime.

Tra queste, la condivisione di screenshot dove sembra che il materiale sia in procinto di essere inviato, false comunicazioni della polizia postale o dell’Interpol per cui sembra che si sia accusati di pedofilia, minacce psicologiche e fisiche, countdown drammatici, tutto quello che serve per minare la volontà e la lucidità di pensiero della vittima.

In questo caso, quindi, ci si trova di fronte a un enorme fenomeno noto come “Sextortion”, o ricatto sessuale online, e i ricatti su Telegram fanno parte di questa più ampia dinamica.

Ricatto su Telegram: cosa fare

Ecco un elenco di azioni da fare quando si subisce un ricatto su Telegram, che permettono di sviluppare sin da subito un comportamento adeguato e di gestire adeguatamente e correttamente la situazione:


Non credere a ciò che dicono i ricattatori

I ricattatori sono abilissimi nello spaventare le vittime e inventeranno ogni sorta di storie per convincerti a pagare. Non credere di essere stato veramente denunciato dall’Interpol, non pensare di essere sotto inchiesta e, nel caso, non credere che esista realmente un parente malato che ha  bisogno di aiuto. Si tratta di tecniche di social engineering sviluppate appositamente per minare la psicologia della propria vittima e per indebolirne le difese.


Non agitarti se sembra che stiano inviando del materiale

I ricattatori fanno sempre vedere che stanno per inviare del materiale presentando degli screenshot. In una buona parte dei casi, si tratta di fake, ovvero di immagini costruite ad arte per farti credere che stiano per essere inviate. Questo non significa affatto che non lo faranno veramente, anzi, nella stragrande maggioranza dei casi i tentativi ci saranno, ma in una prima fase cercano di ottenere del denaro solo spaventandoti. Quindi, hai più tempo di quello che sembra per agire correttamente.

Non pagare

I ricattatori dicono sempre che pagando una cifra, il più delle volte concordata secondo le reali possibilità della vittima, tutto finirà. Viene puntualmente fatta la promessa che pagando determinato denaro i contenuti verranno cancellati e la situazione si chiuderà immediatamente. Questo non avviene assolutamente mai. Anzi, è esattamente il contrario: nel momento in cui i ricattatori vedono che la vittima è disposta a pagare, questa sale di priorità all’interno delle loro liste e dunque i ricatti si fanno sempre più intensi.

Rivolgiti immediatamente all’autorità

Denunciare ai carabinieri e alla polizia postale è la prima corretta operazione. Cerca di non cadere nel panico, mantieni copia e screenshot di tutte le chat, stando ben attento a non cancellarle, e recati personalmente presso una questura o un comando dei carabinieri dicendo di essere stato vittima di un reato informatico, in particolar modo una sextortion o ricatto sessuale online, e chiedendo di sporgere denuncia. Riceverai immediatamente degli utili consigli e aiuterai le forze dell’ordine nelle loro indagini internazionali

Rivolgiti a dei professionisti per la gestione del pericolo

Gli esperti di sicurezza informatica, privacy e social network del gruppo Trizio Consulting, con sede a Milano, Genova e Roma, sono in grado di aiutarti immediatamente. In questo caso, non devi rimanere solo, ma chiedi immediatamente aiuto e supporto immediato. Il servizio anti-ricatti online di Trizio Consulting è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutti i giorni dell’anno. Contattaci immediatamente senza impegno se stai subendo un ricatto su Telegram.