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Ricatto su Instagram: cosa fare per salvarsi

Stai subendo un ricatto su Instagram? Se durante la navigazione e l’utilizzo di Instagram, quello che sembrava un amichevole contatto da parte di una ragazza si è trasformato in un ricatto su Instagram, basato su un’insistente richiesta di denaro con la minaccia di diffondere contenuto personale, ti trovi nel mezzo di un ricatto sessuale online, o sextortion, su Instagram.

In questo articolo vedremo che cos’è la sextortion su Instagram, come funzionano i ricatti online su Instagram e che cosa si può fare per proteggere la propria reputazione.

Ricatto su Instagram: come funziona, cosa accade

Instagram è uno dei social network più utilizzati al mondo, incentrato sulla condivisione di foto e video personali.

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La dinamica di un ricatto su Instagram inizia sempre con una richiesta di amicizia, solitamente da parte di una persona dall’aspetto molto attraente. Dopo aver accettato il contatto, questa persona inizia una conversazione su Instagram dimostrando interesse e ponendo domande di natura personale.

La chat evolve rapidamente, toccando temi intimi e sessuali. In alcuni casi, il dialogo avviene interamente su Instagram, ma l’interlocutore può anche chiedere di proseguire il rapporto su altre piattaforme come Telegram.

L’obiettivo è arrivare allo scambio di foto e video sessuali, dove la persona inizia a spogliarsi e invita l’interlocutore a fare lo stesso. Quando, colti di sorpresa e ingannati, si inviano foto personali o si partecipa a videochiamate mostrando le parti intime, la trappola è scattata.

Non appena il ricattatore entra in possesso di immagini e video personali, il tono della comunicazione cambia radicalmente, segnando l’inizio del vero e proprio ricatto su Instagram.

La ricattatrice inizia subito a richiedere denaro, inventando spesso la presenza di un parente malato, come una sorella affetta da cancro o un figlio in fin di vita, allegando anche immagini di persone intubate in un letto d’ospedale.

Accanto a queste motivazioni commoventi, vi è poi la minaccia vera e propria: se non si invia denaro, la persona si dichiara pronta a diffondere le foto e i video a tutta la rete di follower su Instagram, compromettendo seriamente la reputazione dell’interlocutore e inducendolo in uno stato di profonda agitazione e panico.

I messaggi dei ricattatori sono notevolmente insistenti e minacciosi, spesso corredati da immagini che mostrano i video intimi della vittima, pronti per essere diffusi tramite chat alla sua rete di follower. In questa situazione, la ricattatrice avverte che basta premere un tasto per compromettere la reputazione dell’interlocutore.

Per quanto concerne l’importo richiesto, i ricattatori iniziano con cifre piuttosto elevate, come 5.000 o 10.000 euro, per poi ridurle progressivamente, cercando di individuare l’importo che la vittima è disposta a pagare. In questo modo, i ricattatori riescono ad ottenere il denaro, che viene generalmente trasferito tramite PayPal, o tramite un versamento su Moneygram o mediante la ricarica di carte PostePay.

Nonostante i ricattatori promettano che, ricevendo del denaro, cancelleranno immediatamente le immagini e che il rapporto finirà, la realtà è molto diversa: le richieste di denaro continuano e diventano sempre più insistenti. Spesso, una volta compresa la reale disponibilità finanziaria dell’interlocutore, i ricattatori fissano una data entro la quale deve essere eseguito il prossimo pagamento.

La vittima si trova così completamente in balia del proprio ricattatore, e il ricatto su Instagram raggiunge l’effetto desiderato.

Ricatto su Instagram: chi c’è dietro?

Ma chi si nasconde dietro i ricatti su Instagram? La maggior parte delle persone ritiene che l’interlocutore che li ha coinvolti in una chat sessuale sia un individuo realmente interessato o che il ricattatore agisca in modo isolato e autonomo.

La realtà è ben diversa. Dietro ogni ricatto su Instagram operano gruppi criminali internazionali che conducono attività criminose in maniera sistematica. Questi gruppi sono solitamente basati in paesi del terzo mondo come Costa d’Avorio, Filippine o Burkina Faso e sono capaci di eseguire da 10.000 a 15.000 ricatti al giorno in tutto il mondo.

Organizzati in modo estremamente strutturato e preparato, sanno utilizzare tutte le funzionalità offerte dai social network e si dividono normalmente in due grandi gruppi: le donne, incaricate di attirare le vittime, prevalentemente ragazzi, nei ricatti online, e gli uomini, che gestiscono la fase successiva del ricatto.

Questa problematica è riconosciuta a livello internazionale e coinvolge le forze dell’ordine di molti paesi, rappresentando una significativa minaccia per Internet.

Nella loro attività, questi gruppi criminali dimostrano un’elevata professionalità, capaci di ingannare le persone, sfruttare le loro vulnerabilità e indurre il panico necessario per estorcere denaro.

Ricatto su Instagram: ci sono davvero dei rischi?

Molte persone si interrogano legittimamente sui rischi associati ai ricatti su Instagram, ovvero quali conseguenze concrete possono verificarsi e se la propria reputazione e integrità siano effettivamente a rischio. La realtà è che i pericoli legati ai ricatti su Instagram sono concreti.

Questi gruppi internazionali operano con una struttura molto professionale ed efficace, avendo la capacità di utilizzare il materiale in loro possesso per raggiungere i propri scopi. Se il rischio legato alla diffusione di tale materiale si dimostrasse infondato, le attività illecite cesserebbero nel giro di pochi mesi.

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I consulenti di Trizio Consulting, che hanno ideato e lanciato in Italia un servizio di primo piano per la consulenza sui ricatti online su Instagram, hanno individuato principalmente due metodi di attacco.

Il primo consiste nel creare account falsi con lo stesso nome, cognome e foto profilo della vittima per condividere pubblicamente immagini compromettenti. Così facendo, la rete di amici e follower della vittima, cercando il nome del proprio contatto, si imbatte inevitabilmente nell’account falso e visualizza il materiale intimo.

Il secondo metodo prevede la creazione di gruppi Instagram, nei quali vengono aggiunti automaticamente e massivamente tutti i follower della vittima. Questi, inseriti in un gruppo senza la loro autorizzazione, si ritrovano in uno spazio digitale dove i ricattatori diffondono foto e video compromettenti. 

Con questo approccio, i ricattatori riescono a informare centinaia di follower sul materiale sensibile con minimo sforzo, compromettendo gravemente la reputazione della vittima.

I ricatti su Instagram rappresentano pertanto un pericolo concreto che richiede un’azione altamente professionale e tempestiva. Ignorare la necessità di adottare serie contromisure, sottovalutare il rischio rappresentato da gruppi criminali attivi da oltre dieci anni e non proteggersi adeguatamente nella speranza che il pericolo svanisca da solo è un errore molto grave.

Ricatto su Instagram: cosa fare, come gestirlo

Gestire un ricatto su Instagram è un’operazione complessa. La prima azione da intraprendere è non credere alle affermazioni dei ricattatori: non esistono parenti malati, non ci sono motivazioni personali legittime, né Interpol né alcuna forza di polizia sono realmente coinvolti. Queste sono tecniche mirate a intimidire la vittima, alle quali non si deve assolutamente dare credito.

È fondamentale, inoltre, non pagare i ricattatori in nessuna circostanza. Anche se promettono che un modesto importo servirà a eliminare i contenuti compromettenti e a risolvere immediatamente la situazione, la realtà è ben diversa. Accettare di pagare dimostra ai ricattatori che la vittima è disposta a cedere, incentivandoli a intensificare le loro richieste economiche.

Infine, tentare di gestire i ricattatori, convincerli a cessare le loro attività attraverso il dialogo o agire da investigatori per identificarli e contrattaccare rappresenta un grave errore che può solo peggiorare la situazione.

L’azione corretta da intraprendere è denunciare immediatamente la situazione alle autorità competenti. È essenziale recarsi di persona presso un comando dei Carabinieri o in una questura della Polizia Postale per sporgere denuncia, conservando tutte le prove delle chat e delle conversazioni avute con i ricattatori.

Presentare una denuncia non è solo un dovere civico, ma permette anche alle forze dell’ordine di raccogliere le informazioni necessarie per contrastare efficacemente questo tipo di crimine, offrendo nel contempo assistenza immediata alle vittime.

Oltre all’intervento fondamentale delle forze dell’ordine, è possibile ricorrere ai servizi del Gruppo Trizio Consulting, un’agenzia specializzata nella protezione della reputazione online, che dispone di un dipartimento dedicato alla gestione dei casi di sextortion su Instagram e ricatti su Instagram.

Rivolgendosi ai consulenti di Trizio Consulting, disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, si può ottenere supporto immediato e ricevere istruzioni dettagliate su come uscire dalla situazione senza cedere ai ricattatori e senza compromettere la propria reputazione.